Cittadinanza onoraria per la religiosa che aiuta i lebbrosi del Mato Grosso
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Servizio: Carola Quaglia
Riprese: Domenica Campora
Montaggio: Davide Uberti
Interviste: Suor Silvia Vecellio; Beppe Castronovo (Pres. Cons. Com. Torino)
TORINO (29 ott) - E’ il 1954 quando Suor Silvia Vecellio, una giovane religiosa di poco più di vent’anni, arriva a Torino per fare la missionaria. Il suo sogno si realizza pochi anni dopo, quando parte per il Brasile, alla volta di campo Grande, nello stato del Mato Grosso: qui conosce la realtà del lebbrosario di Sao Juliao, al quale dedicherà tutta la sua vita e il suo impegno. In questi anni il suo legame con la città rimane forte: grazie all’aiuto di due padri salesiani torinesi, don Aldo Rabino e don Franco Del Piano, suor Silvia riesce a dar vita a nuove strutture per malati e bisognosi e fonda l’associazione Aiuto e Recupero Hanseniani, mentre il gemellaggio tra la capitale sabauda e Campo Grande, avvenuto nel 2003, le mette a disposizione volontari, mezzi e sostentamento.
Oggi l’ospedale di Sao Juliao è l’unico presidio sanitario gratuito del Mato Grosso e rappresenta un punto di riferimento mondiale per la cura della lebbra. Al suo interno, una scuola accoglie più di 300 bambini, mentre un centro di ospitalità accoglie ogni giorno orfani, malati e senza tetto. Il legame tra Suor Silvia e Torino ora è ancora più saldo, dopo che il Consiglio Comunale le ha conferito la cittadinanza onoraria.