La Società bianconera ha depositato oggi un ricorso al Tar del Lazio (il Tribunale Amministrativo) contro la Figc e l'Inter chiedendo il risarcimento dei danni che avrebbe subito dal 2006 in poi per l'eventuale "mancanza di parità di trattamento". I danni ipotizzati dalla Juventus "sono prudenzialmente stimati - sostiene il club - in diverse centinaia di milioni di euro per minori introiti, svalutazione del marchio, perdita di chances e di opportunità, costi e spese". L'iniziativa segue la decisione presa il 9 settembre scorso, dal presidente del Tnas (Tribunale nazionale di arbitrato dello sport) che ha rimesso la Juve al Tar per la parte degli eventuali danni "e rientra nella più ampia strategia di tutela della Juventus in ogni sede". La Juventus chiede - si legge nel comunicato diffuso - "la condanna al risarcimento del danno ingiusto subito dall'illegittimo esercizio dell'attività amministrativa e dal mancato esercizio di quella obbligatoria in relazione ai provvedimenti adottati dalla Figc nell'estate del 2006 e del 2011". Con il ricorso al Tar del Lazio, "la Juventus - prosegue la nota - intende far accertare la mancanza di parità di trattamento e le illecite condotte che l'hanno generata ottenendo il risarcimento agli ingenti danni". "I nostri legali capiranno di più questo desiderio della Juve di attaccare". A commentato in prima battuta il presidente dell'Inter Massimo Moratti. La notizia è arrivata mentre Moratti insieme al presidente della Figc Abete, della Uefa Platini e del Coni Petrucci partecipavano alla cerimonia per il Premio Facchetti. Un'azione non premeditata per Moratti: "Non credo che il cattivo gusto arrivi fino a questo punto" ha aggiuto. Per il Presidente di Figc, Abete, "ovviamente è un diritto della Juventus portare avanti nei modi e nei tempi che ritiene opportuno la battaglia che tutti conosciamo ma" ha tenuto a dire, "sarebbe stato opportuno che ciò avvenisse in un'altra giornata". Se questo ricorso fosse arrivato in un altro momento "avrebbe dato un segnale diverso. Ma la giornata di oggi - ha continuato Abete - ha certificato una capacità di rapporti che dovrà essere un punto di riferimento per il futuro. Resta un diritto della società, ma la Federazione è molto seria e ha lo stile di non commentare le sentenze di Calciopoli".
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