L’astensione dal lavoro degli autoferrotranvieri di Milano, così come quelli che hanno già coinvolto numerose altre città in diversi momenti ha confermato che esistono gli scioperanti di serie A e di serie B.
Ferme restando la liceità e la legittimità che ogni lavoratore ed ogni categoria hanno per rivendicare i propri diritti, non si può dimenticare la diversa ricaduta di un’agitazione sul cittadino.
Gli scioperanti di serie A sono quelli dei servizi pubblici che svolgono compiti con diretta ricaduta sulla popolazione, siano gli autoferrotranvieri, il personale medico e paramedico, i dipendenti pubblici addetti allo sportello. Il loro stop paralizza le città, fa slittare interventi ed esami, fa trasalire coloro che, non informati, vanno a richiedere un documento all’anagrafe.
Poi ci sono gli scioperanti di serie B, gli stessi che spesso hanno dovuto ricorrere a giorni, settimane di sciopero per cercare di trovare una soluzione alle contorte vicende legate alla qualità del lavoro o ai salari. Quando questi scioperano se ne accorgono solo i media, che dedicano comunque (ovviamente vista la ricaduta) un’attenzione diversa, e soprattutto le famiglie che, a fine mese, veno la busta già falcidiata ancora più leggera. In fin dei conti se un operaio Fiat incrocia le braccia cosa succede: al massimo slitta qualche consegna...
Il cittadino, quello che si è adirato per il mancato passaggio dell’autobus, forse non lo sa nemmeno.
Fatti salvi i diritti, se vogliamo garantire l'uguaglianza, forse, abbiamo individuato un altro punto di partenza
(elsa pinze) |